Ogni spazio dedicato al contract è unico. Presenta caratteristiche positive da sfruttare e punti deboli che a volte hanno bisogno di soluzioni. L’intervento di un architetto può, in tal caso, essere strategico per interpretare al meglio lo spazio e capire quali siano i migliori arredi di design da inserire.
Abbiamo dedicato l’intero mese di giugno al contract. Nel primo post abbiamo dato la parola a Marco De Simone responsabile commerciale contract. Ha spiegato come noi di Pozzoli lavoriamo e interpretiamo il mobile per il contract. A volte lavoriamo per restituire progetti completi “chiavi in mano”, altre volte, interviene esclusivamente De Simone per indicare quali siano i mobili più funzionali o come progettare un mobile custom. Oggi però vogliamo raccontarvi come lavoriamo quando collaboriamo con un architetto. Incontriamo l’architetto Sabrina Gallini dello studio SGSM con cui abbiamo lavorato per la progettazione completa di alcuni spazi.
Cosa significa progettare uno spazio contract come può essere un bar, un ristorante, un locale...?
Significa interpretare le esigenze del committente ma significa anche interpretare lo spazio che andiamo a realizzare nelle sue funzioni.
Cos’è per lei fare contract?
In sintesi potremmo dire che significa restituire uno spazio funzionale e al contempo personalizzato. Il rapporto con il committente nel caso del contract è più oggettivo. Per certi aspetti è più libero rispetto alla progettazione di uno spazio privato.
Come immagina il progetto esecutivo?
Introduco una parola che a noi architetti piace molto: “concept”. Conpept è il progetto, è la suggestione, è la scelta dello stile, è la scelta delle funzioni, è la forma dei mobili, la scelta dei materiali, delle tinte, delle luci, delle atmosfere… Il concept è l’idea che guida. Ci sono spazi più semplici, altri che vanno interpretati.
Ci fa un esempio pratico?
Il ristorante Uma (arredato con mobili design Pozzoli) è stato un progetto sfidante. Uno spazio composto da un corpo lungo e stretto, senza finestre, che unisce due corpi corti che si aprono con vetrine sulla strada. La pianta ha forma di U, per intenderci. I tre corpi avevano le altezze dei soffitti molto diversi tra loro. Il committente voleva realizzare uno spazio intimo con delle zone particolarmente protette.
Come avete proceduto?
Il concept che abbiamo seguito si ispirava alla morbidezza. Nel corpo lungo e senza punti luce abbiamo inserito luci verticali, così da bilanciare la dimensione orizzontale, prevalente dello spazio. Abbiamo giocato molto con la luce e i riflessi inserendo specchi, usando materiali riflettenti per i mobili di design. Abbiamo spezzando la rigidità dello spazio per restituire un effetto di morbidezza.
Mentre per l’arredo contract?
Abbiamo inserito i mobili di design dai colori chiari, giocato sui toni dei colori naturali. Scelto strutture cromate in ottone. Inserito tavoli con una sola gamba, attorniandoli a panche e sedute singole a conchiglia che avvolgono chi siede. Il tutto ha restituito un effetto intimo e morbido. Tutti gli elementi inseriti hanno seguito le esigenze del committente e hanno creato effetti dinamici dello spazio. Infine vorrei sottolineare che tutti gli elementi inseriti, compresi i mobili, gli elementi di puro design, i colori, le luci hanno contribuito a restituire uno spazio unico e riconoscibile. Come per gli altri spazi progettati cerchiamo di dare un luogo irripetibile.